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PRECURSORI SISMICI


I precursori sismici sono delle variazioni delle proprietà fisiche (precursori fisici), chimiche (precursori chimici) o di altro tipo che riguardano, tipicamente, l'ambiente dove avverrà il sisma. Il terremoto tettonico, che è di gran lunga il più diffuso, avviene per lo scorrimento di due blocchi di litosfera che s'affacciano su una faglia oppure perché, a causa delle forze che sollevano la litosfera, quest'ultima si frantuma creando nuove faglie. Come precursori sperimentati nella litosfera sottoposta allo sforzo dei moti tettonici sono stati riconosciuti l'emissione acustica delle rocce, le variazioni del campo geomagnetico o della resistività elettrica o delle correnti elettriche tettoniche, le variazioni delle proprietà chimiche dell'acqua, l'emissione di gas dal sottosuolo, le variazioni della velocità delle onde sismiche, le deformazioni del suolo (Caputo, 1987; Mognaschi, 1998). Tutti questi segni premonitori sono da ricondurre alla variazione dello stato di sforzo nella litosfera, come spiegato dalla cosiddetta teoria della dilatanza. Pertanto, la variazione del campo di sforzi nella crosta terrestre causa un insieme di mutamenti che possono essere osservati e considerati come eventuali precursori sismici. E' inoltre dimostrato che molti animali domestici o da cortile (cani, gatti, galline, etc.), in genere più sensibili dell'uomo nel tatto e nell'udito, segnalano, agitandosi poco tempo prima del sisma, i precursori fisici dei terremoti, sebbene non si sappia se questi segnali premonitori siano percepiti per via meccanica (attraverso il contatto delle zampe col suolo) oppure per via elettromagnetica (grazie a qualche organo sensibile alle emissioni in radiofrequenza).

Le prime ricerche sistematiche coordinate per giungere alla previsione dei terremoti sono cominciate soltanto nell'ultimo trentennio. I progressi sono stati rilevanti ma, nonostante alcune previsioni indovinate, si è ancora ben lontani dalla capacità di fare previsioni vere e proprie, nel senso di poter stabilire con anticipo e con precisione di interesse pratico la magnitudo, l'epoca e la localizzazione dei terremoti (Barsanti, 1997; Mognaschi, 1998). I metodi di previsione proposti e provati sono stati numerosi, ma si possono distinguere sostanzialmente in due grossi gruppi: i metodi sperimentali, rivolti allo studio dei precursori sismici, e i metodi statistici, rivolti per lo più allo studio dei cataloghi dei terremoti e di sciami di piccoli terremoti che precedono i grandi sismi. Il fallimento di molte ricerche sui precursori svolte soprattutto in passato dai professionisti è dovuto a una vasta serie di cause, come l'imprecisa definizione del precursore, l'insufficienza dei procedimenti usati per rivelarlo, la scarsezza di adeguate verifiche e conferme, l'impossibilità di tenere conto di tutti i parametri rilevanti e, infine, la carenza di un'esperienza essenziale: aver fatto molti rilievi di precursori nella zona sismicamente sospetta, o già nota come sismicamente attiva, per un periodo abbastanza lungo prima dello scatenarsi del sisma (Caputo, 1987). E' importante aggiungere che l'esperienza ha mostrato che il volume di litosfera interessato alla preparazione di un grande terremoto interessa una regione della superficie terrestre con un diametro che può raggiungere le centinaia di chilometri e quindi, per l'osservazione dei segnali precursori, si ha a disposizione una zona relativamente vasta. Anche se ciò limita la precisione di un'eventuale previsione dell'epicentro, tuttavia in molti casi si è trovato che all'avvicinarsi del sisma i segnali precursori tendono a concentrarsi nella zona epicentrale, segnalandone l'ubicazione.

La presenza di precursori sismici è in alcuni casi difficile da spiegare sul piano teorico e da dimostrare sul piano sperimentale. Un sisma è l'evento culminante di una serie di concause dirette o indirette che coinvolgono alcuni meccanismi in parte ancora sconosciuti, i quali possono operare per mesi o per anni prima che il sisma stesso si manifesti in tutti i suoi macroscopici e spesso devastanti effetti. I segni premonitori "classici", come abbiamo visto, vanno dalla deformazione della superficie terrestre alla variazione della resistenza elettrica delle rocce e della velocità delle onde sismiche fino all'aumento del contenuto di radon nelle sorgenti. Ma negli ultimi anni vi sono state in questo campo delle interessanti novità.
Fonte : http://www.menichella.it/


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